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Vini BioIntegrali: la parola a chi li fa

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A pochi giorni dall’inaugurazione di Expo 2015, a Milano l’occasione per un assaggio di tutto rispetto: sono i vini di Olianas – un Vermentino e un Rosato – raccontati da Anna Baj Macario che, questi vini, li produce. Con un approccio 100% BioIntegrale.

«Dare più territorialità ai nostri vini: è questa la chiave con la quale abbiamo sposato la filosofia BioIntegrale, un approccio che vede il riutilizzo di antiche pratiche agronomiche a vantaggio del recupero dell’ambiente di coltivazione e, di conseguenza, del territorio nella sua totalità.»

«Il nostro rispetto per la natura non nasce da fattori di moda o di marketing, ma da una nostra, intima, consapevole coscienza: creare una vera sinergia con la natura per lasciare ai nostri figli un ambiente migliore rispetto a quanto ereditato a nostra volta. A cominciare da quello di coltivazione.»

«Citando madre Teresa di Calcutta, credo che si debba vivere nella campagna (e della campagna) sentendosi come una piccola goccia nell’immensità dell’oceano: in Olianas interpretiamo i nostri progetti in ambito BioIntegrale non come sfruttamento della terra ma come valorizzazione del territorio nella sua totalità, riportando la natura alla sua essenza primaria. I nostri vini non sono solo, semplicemente, biologici, ma hanno la caratura di prodotti davvero all’altezza. Con un plus: sono completamente naturali.»

«Attenzione ai falsi fantasmi: parole come solforosa o solfiti sono diventate proibite perdendo la propria connotazione, in certi casi, positiva. La solforosa non solo può, ma deve essere presente, laddove l’annata lo richieda. Naturalmente, prima dell’imbottigliamento.»

«Il nostro Vermentino, ad esempio, ha una spiccata freschezza che abbiamo costruito in vigna, non in cantina. Raccogliamo le uve in due momenti diversi, con due vendemmie separate: una parte, quando non è troppo matura per dare freschezza; un’altra invece quando raggiunge un maggiore grado di maturazione per dare struttura. Il risultato è un Vermentino estremamente fresco ma molto ben strutturato.»

«Abbiamo restituito al Rosato la sua specifica identità: da noi non è un banale miscuglio tra bianco e rosso ma proviene da uno specifico settore delle nostre vigne, identificate appositamente per il Rosato. Sono a fondovalle, dove il cannonau raggiunge una minore maturazione. E quello che potrebbe essere un limite, in un’ottica di rispetto della natura diventa una specificità di un terroir.»