No, non è un insulto, ma il concime migliore per nutrire la terra in modo naturale. “Alimentare il suolo e non le piante, per arricchirne la vitalità” è il 5° punto del nostro Decalogo: fertilizzare il terreno attraverso un concime naturale, quindi, è un’ottima pratica da cui partire. Che ne dite del cornoletame? Vediamo in breve di cosa si tratta, chi ne firma la paternità, quando e perché usarlo in un’ottica BioIntegrale.
Cos’è?
È un concime naturale al 100%, a base di letame di vacca, talmente concentrato da suggerirne dosi “omeopatiche”.
Come si fa?
Prendi del letame fresco di animali ruminanti allo stato brado; riémpici dei buoni corni di vacca; intérrali e lasciali fermentare e maturare per 5-6 mesi; una volta dissotterrati, quello che un tempo era letame si sarà trasformato in nobile humus, con odore di terra e sottobosco.
Quale letame?
Meglio privilegiare quello di vacca: mangia, rumina e, rielaborando più volte ciò di cui s’è nutrita, è come se prendesse quasi coscienza della materia prima che ha assunto; quella che era semplice erba subisce un lungo processo di rielaborazione, “nobilizzandola”.
Cosa farne?
Il cornoletame, una volta estratto dai corni, viene mischiato con acqua tiepida (a una trentina di gradi con proporzioni di 100g per 30 litri) e dinamizzato per un’ora prima d’essere distribuito sul terreno. Ovviamente, meglio se con mezzi a trazione animale, come si fa in Olianas: la piccola botte piena di cornoletame viene trainata dai Comtois dell’Azienda.
Dinamizzato, cosa vuol dire?
Il cornoletame va sciolto in acqua praticando delle rotazioni in senso orario e antiorario per circa un’ora: attraverso i piccoli vortici ottenuti, i due elementi iniziali si fondono in un’unica sostanza, omogenea e indivisibile. Meglio se la dinamizzazione avviene a mano; in caso contrario, al bando motorizzazioni elettriche!
Quando si fa?
I corni vanno riempiti e interrati in autunno, quando l’erba di cui si nutrono le vacche ha ripreso a germinare dopo la pausa estiva: il prato autunnale è il più vitale in assoluto. Idem per il letame prodotto dalla rielaborazione di quell’erba: è il più vivo.
E quando si usa?
Generalmente in primavera e a inizio estate, quando la stagione agricola si risveglia, i terreni pian piano si riscaldano e l’attività biologica dei suoli rinasce. Totalmente naturale, il cornoletame non ha controindicazioni anche se applicato frequentemente: comunque, meglio scegliere giornate non troppo calde e con poco vento, quando i suoli sono più umidi e vitali.
Chi l’ha inventato?
Rudolf Steiner, padre della biodinamica: tra i preparati classificati con numerazione progressiva, al numero 500 ecco il nostro cornoletame.